
Testi e immagini a cura di Monica Alabianca Sala
Venerdì 11 Novembre, Gianluca De Rubertis, ha regalato al Tambourine di Seregno una “magnifica notte” di musica, intrattenimento e belle emozioni.
Il musicista e cantautore di origini salentine ci ha letteralmente trascinati dentro le storie che racconta e disamina attraverso le sue canzoni.
Ha preso posto sul palco, dato un’occhiata alla scaletta e appena ha posato le mani sulla tastiera, non è stato difficile trovarsi immersi in piacevoli atmosfere romantiche francesi, quasi fossimo finiti di notte, in una stradina di Montmartre, avvolti dalla nebbia e abbracciati dalla luce calda di un lampione tipicamente a forma di lanterna.
Un po’protagonisti, un po’ succubi di qualche mondo immaginario, o assorti in un intimo dialogo con qualche parte del nostro corpo, motore pulsante delle nostre emozioni.
E viaggio dopo viaggio, canzone dopo canzone, siamo persino riusciti a lasciarci spettinare i capelli da “brandelli d’estate nel vento di Pantelleria”.
De Rubertis è un bravissimo musicista, ma sarebbe convincente anche sul palco di un teatro nel ruolo di attore.
De Rubertis è un gioco di sguardi: fuggevoli, spiazzanti, curiosi, concentrati su dettagli apparentemente insignificanti, a volte persi e malinconici.
De Rubertis è eleganza, pause silenziose, battute ironiche spesso dal sapore un po’ amaro, arroganza (finta), custode di quella sensibilità che poi ci lascia scoprire attraverso i suoi testi in maniera assai generosa.
De Rubertis è voglia di raccontarsi, scale musicali ed accordi, legami tra note e colori.
De Rubertis è gratitudine e affetto, e lo dimostra ricordando Amanda Lear, intrigante e colta signora dello spettacolo che noi italiani abbiamo conosciuto a partire dagli anni 80 attraverso lo schermo delle nostre televisioni.
De Rubertis è tanti amici, convivialità, un bicchiere di vino buono, sorrisi e baldoria, colleghi musicisti, applausi per chi suona prima di lui e inviti a salire sul palco per condividere insieme il gran finale.
Difficile tracciare un confine netto tra il personaggio e il quarantacinquenne decisamente dandy che potremmo incontrare passeggiando per città come Londra o Milano, ma questo a noi non importa.
Quello che conta è che grazie al suo talento e alla sua forte personalità ci abbia regalato storie affascinanti e ottimi antidoti per fuggire da una quotidianità che spesso ci sta stretta o non ci permette di sognare abbastanza.
In apertura al concerto di Gianluca De Rubertis e in ordine di esibizione sono saliti sul palco tanti altri meritevoli e giovani musicisti:
Arizona Parker, che non sono riuscita a fotografare ma che garantisco sono bravissime!
Kublai
Francesco Sacco, accompagnato da Luca Pasquino e Pit Coccato.
Sul palco con Gianluca De Rubertis per il gran finale, il musicista Andrea Govoni.
Grazie Arci Tambourine, grazie a Gianluca De Rubertis e a tutti i musicisti che con tanta passione hanno animato questo bellissimo incontro.