
Rubrica a cura di Vito D’addesa
Lo so, è un periodo storico un po’ particolare per il nostro paese (e non solo), ma Dafenproject non vi lascia soli e suoi redattori cercano, per quanto possibile, di migliorare le vostre giornate. A questo proposito, oggi è il primo mercoledì di dicembre e ritorna prepotentemente lo SPECIALE SERIE TV della rubrica QUANDO LA MUSICA INCONTRA LA SETTIMA ARTE.
Protagonista di questo episodio è l’ormai ben nota miniserie televisiva statunitense La regina degli scacchi (The Qeen’s Gambit). Ideata da Scott Frank e Allan Scott, diretta dallo stesso Frank e basata sull’omonimo romanzo del 1983 di Walter Tevis, la miniserie è approdata sulla piattaforma streaming Netflix lo scorso 23 ottobre 2020, ricevendo apprezzamenti sia da parte del pubblico che da parte della critica.
La serie è ambientata tra la fine degli anni ‘50 e gli anni ’60 e scandaglia la vita di Elizabeth “Beth” Harmon. Rimasta orfana all’età di 8 anni, conoscerà il gioco degli scacchi grazie all’amabile custode dell’orfanotrofio, il signor Shaibel, e si rivelerà a tutti gli effetti un enfant prodige della disciplina. Beth si insinuerà di prepotenza nel mondo degli scacchi, un mondo riservato per la maggiore a soli uomini, riuscendo ad abbattere una marea di pregiudizi e preconcetti insiti in quell’epoca storica.
Ma non bisogna farsi ingannare dal titolo; questa miniserie non è basata sul gioco degli scacchi, difatti risultano essere un mero pretesto per raccontare la storia di una giovane donna e la sua emancipazione, a tratti disagevole, tra dipendenze, perdite e amori e amicizie complicate. È la storia di una scacchista e la sua vita e non la storia di una donna che gioca a scacchi.
Composta da 7 episodi, per una durata media di 50 minuti ca., questa miniserie è risultata essere un successo su tutti i fronti, non solo per le tematiche trattate, ma anche grazie al lodevole lavoro fatto dal cast e, in generale, a tutto il comparto tecnico. La regia risulta essere un elemento fondamentale, soprattutto per come mette in scena le partite di scacchi, che risultano essere avvincenti anche per chi non ha la ben che minima idea di cosa sia un alfiere o un “gambetto”, facendoti addirittura apprezzare questa longeva disciplina. La fotografia è eccezionale, con un utilizzo dei colori molto particolare. Le scenografie sono più che adatte e riflettono egregiamente l’epoca in cui si svolgono i fatti narrati.
Comunque sia, la punta di diamante di questa stupenda serie è l’interpretazione di Anya Taylor-Joy, che presta volto, voce e corpo alla nostra protagonista. L’eleganza con la quale si mostra in scena, la sua passione, il suo talento, rendono la caratterizzazione del suo personaggio memorabile. Ma lei è soltanto uno dei membri di un cast davvero in forma, di cui fanno parte, tra gli altri, Harry Melling (Harry Potter Saga) e Thomas Brodie-Sangster (Game of Thrones).
Poi c’è la colonna sonora, che si divide tra classici degli anni ’60 e musiche originali composte appositamente per la serie TV da Carlos Rafael Rivera. Le musiche sono un vero tocco di classe, coinvolgenti e mai banali. Un aspetto importante è che la colonna sonora non si eleva al di sopra del comparto visivo, ma è complementare ad esso. Una cosa che potrebbe accadere nel momento in cui utilizzi tormentoni d’epoca, tipo Venus (Shocking Blue) oppure Fever (Peggy Lee), è che essi possano dominare la scena mettendo il resto in secondo piano. Qui questo non accade. Poi le composizioni di Rivera sono fenomenali.
Di seguito trovate la consueta playlist, questa volta più corposa del solito, visto che questa serie TV mi è piaciuta proprio poco poco:
Finale/Hallelujah – Alfred Newman
You’re the One – The Vogues
Somewhere I Belong – Gabo Szabo
Along Comes Mary – The Association
Fever – Peggy Lee
(I’m Not Your) Steppin’ Stone – The Monkees
Stop Your Sobbing – The Kinks
Yeh Yeh – Georgie Fame
Tut Tut Tut Tut – Gillian Hills
Venus – Shocking Blue
Main Title – Carlos Rafael Rivera
The Scholar’s Mate – Carlos Rafael Rivera
Ceiling Games – Carlos Rafael Rivera
Kentucky State Championship 1963 – Carlos Rafael Rivera
The Lake – Cincinnati – Carlos Rafael Rivera
Mexico City Invitational 1966 – Carlos Rafael Rivera
Training With Benny – Carlos Rafael Rivera
Paris Tournament 1967 – Carlos Rafael Rivera
Borgov III – Carlos Rafael Rivera
Take It, It’s Yours – Carlos Rafael Rivera